Un’elevata percentuale della popolazione mondiale soffre di bruxismo.
Tale fenomeno è spesso causato da fattori psico-somatici, più che funzionali.
Da un punto di vista neurologico, la stimolazione dell’amigdala provoca movimenti di masticazione associati a emozioni di rabbia e paura; l’ipotalamo dunque subisce a sua volta l’azione prodotta dall’attività emozionale e la ritrasmette come emissione muscolare, il che si traduce in una tensione cronica dei muscoli masticatori che col tempo usurerà i denti, in quanto spinge il corpo a sfogare l’inespresso del giorno durante la notte.
Il corpo dunque inizialmente cercherà di compensare attraverso sintomi localizzati, ma quando il carico allostatico generato dallo stress psico-fisico prevarrà, il sistema inizierà a collassare e allora si vedrà un cambiamento dell’intera postura, mediata dal diaframma, con conseguente estensione della sintomatologia anche ad altri distretti corporei, apparentemente estranei alla disfunzione somatica primaria.
Si avrà allora un quadro variegato di sintomi che comprendono il dolore localizzato a livello dell’articolazione temporo-mandibolare; mal di testa che si manifesta già al risveglio con la tendenza a permanere; tensione cervicale e dei trapezi; fino al mal di schiena e a volte anche dolori alle ginocchia.
In questi casi, utile si rivela l’esecuzione di una EMG sui muscoli temporali (fasci anteriori) e masseteri: entrambi deputati all’azione mista di elevazione e protrusione della mandibola, in quanto lo scopo non sarà solo quello di intercettare tempestivamente l’eventuale distribuzione anomala del carico muscolare, all’origine dell’effetto domino tipico del paziente disfunzionale; ma anche quello di monitorare costantemente l’evoluzione dell’adattamento muscolare durante la terapia “bite”.
Dott.ssa D.O. Chiara Raniolo
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